Acqui come Asti: uno spumante secco (rosé) accanto al dolce Brachetto

Il Consorzio di Tutela conferma il progetto avviato nel 2017 e rilancia: “Il futuro degli sparkling è rosa”

Andare oltre al tradizionale e “dolce” Brachetto d’Acqui Docg, per raccontare il territorio anche attraverso l’Acqui Docg, versione “in secco” delle bollicine da uve Brachetto. È questa la visione che il Consorzio Tutela Vini d’Acqui porta avanti ormai dal 2017, confermata durante il workshop “Le Bollicine e i Vini in Rosa: Scenario, Mercato, Tendenze, Prospettive“, lo scorso 25 settembre in Piemonte.

Una nuova declinazione del vino simbolo di Acqui, alla ricerca di nuovi sbocchi di mercato, ma anche di un recupero di redditività. La rimuneratività per ettaro all’interno della Docg è infatti scesa del 30% nel periodo 2012-2019, a causa delle riduzioni congiunte di rese di produzione e prezzo di liquidazione delle uve.

Poco più di 50 mila le bottiglie di Acqui Docg prodotte con la vendemmia 2019, in calo rispetto alle 70 mila del 2018. Ancora troppo poche per dare un’impronta significativa alla Denominazione e per giocare un ruolo importante nello scenario nazionale ed internazionale delle bollicine in rosa.

Scenario in cui, secondo dati Uiv, dei 49 milioni di bottiglie di bollicine rosé prodotte in Italia nel 2019 ben il 78% proviene dall’area “Prosecco” e potrà crescere ulteriormente, spinta dal nuovo brand Prosecco Rosé Doc. Numeri più limitati invece per i Metodo classico, con Franciacorta al 4% e Trento Doc al 2%.

Per ora la produzione di Acqui Docg Rosé si limita a 10 aziende – commenta fiducioso Paolo Ricagno, presidente del Consorzio di Tutela Vini d’Acqui – ma tante altre stanno decidendo di percorrere questa strada, convinte dal progetto e dall’alta qualità che contraddistingue il prodotto. Si tratta di un percorso che quindi coinvolge non solo i produttori, ma anche il territorio e le istituzioni”.

Un percorso di crescita che, nei piani del Consorzio, porterà la Denominazione a diventare un riferimento nel panorama degli sparkling rosè. Un mercato per certi versi nuovo, come sottolineato dallo studio presentato dal coordinatore tecnico dell’Osservatorio Vino di Unione Italiana Vini, Carlo Flamini. Nuovo perché mai analizzato prima come “mercato a sé”.

I dati di trend di questa “nuova categoria” parlando di un potenziale mondiale di 160 milioni di bottiglie nel 2021, pari la 5% del mercato degli spumanti. Un segmento nel quale l’Italia potrà ricoprire un ruolo di rilievo, con oltre 64 milioni di bottiglie potenziali nello stesso periodo.

L’ACQUI DOCG
Nello specifico, l’Acqui Docg è uno spumante rosé dal color buccia di cipolla carico e luminoso, ottenuto da sole uve Brachetto e prodotto con il Metodo italiano, Martinotti-Charmat.

Nella versione Brut tende a perdere la caratteristica aromaticità che contraddistingue le versioni in dolce, siano esse spumante o “tappo raso”, presentandosi al naso con leggere note di frutto rosso ed un timido accenno floreale.

Scorrevole al palato, la nuova tipologia Acqui Docg si distingue grazie alla buona acidità e freschezza. Il sorso chiude su una vena leggermente amaricante, che accompagna una persistenza sufficiente.

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